Ganci digitali

 

Questi ganci non sono altro che un’applicazione dell’elettromagnetismo e dell’attrazione tra 2 poli magnetici opposti. Il gancio ha al suo interno un piccolo elettromagnete, e quando è percorso da corrente, crea un campo magnetico ed  attira verso di sé un piccolo magnete. Infatti nel gancio possiamo individuare: la bobina (racchiusa nel corpo del gancio), il magnete (posto al di sotto della bobina e collegato col fungo) e il fungo mobile (che attraversa bobina). Essendo solidali, il fungo col magnete, quando la bobina viene percorsa da corrente, il magnete viene attirato verso l’alto, alzando la testa del fungo, che di conseguenza alzerà l’occhiello dell’altro gancio accoppiato sganciano il tutto.

 

Nelle foto sottostanti è raffigurato un gancio Krois-Modell tipo UV1, posto, anche vicino ad una moneta da 1 euro cent per capacitarsi delle dimensioni ridotte.

 

Sequenza di sgancio

 

 

 

 

 

Sequenza di sgancio di un gancio montato su un V36 Lima

 

 

 

ATTENZIONE

Un inconveniente che presenta questo gancio è provocato da una facile rottura della bobina, se mal usata.

Questa rottura può essere provocata da una prolungata eccitazione del gancio. Infatti, per via della notevole miniaturizzazione dei componenti, è facile che la bobina bruci per sovratemperatura se viene tenuta alimentata per troppo tempo.

 

Naturalmente per poter usare questo gancio è necessario equipaggiare la locomotiva con un decoder adatto, un decoder che abbia delle uscite temporizzate, ovvero,  che una volta eccitate rimangano accese per un determinato numero di secondi,  trascorsi i quali si spengono automaticamente.

I decoder che offrono questa condizione sono gli Zimo ed i Tran.